GIORNATA MONDIALE CONTRO DESERTIFICAZIONE E SICCITÀ, ROTA: "NON C'È TUTELA DEL PIANETA SENZA LAVORO QUALIFICATO"
“I processi di desertificazione e i fenomeni di siccità segnano il nostro tempo e riguardano tutto il pianeta. In Italia, l’Ispra ha quantificato che il 20% del territorio nazionale versa in condizioni di siccità estrema e circa il 40% in siccità severa e moderata. Inoltre dal 2000 abbiamo registrato il 25% in meno di precipitazioni estive. Eppure contiamo i danni enormi provocati dalle alluvioni: solo in Emilia Romagna, cuore pulsante dell’agroalimentare Made in Italy, a maggio sono state colpite 21 mila aziende agricole e oltre 41 mila lavoratori. Il vero nodo rimane la prevenzione di simili sciagure, e per farlo è doveroso rendere strutturali tutti gli interventi possibili a tutela del suolo e dell’acqua”.
Lo scrive il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota su “Opinioni”, rivista periodica di approfondimento edita dalla Fondazione Fai Cisl Studi e Ricerche, in uscita nei prossimi giorni con un nuovo numero dedicato alle risorse della terra e alla sostenibilità ambientale.
“La scelta di un commissario per la siccità, cui seguirà, si spera entro tempi brevi, la nomina anche di un commissario per la ripartenza post-alluvione – afferma il sindacalista, ricordando la ricorrenza delle Nazioni Unite della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, che si celebra ogni 17 giugno – rischiano di non rappresentare alcun passo in avanti se manca una visione generale delle problematiche e se manca una vera politica ambientale coerente con la Strategia europea per il suolo al 2030”. “Lo scenario, per quanto tragico – aggiunge Rota – può essere governato mettendo al centro della transizione ecologica il lavoro, a partire dalle sentinelle del territorio, in grado di intervenire e incidere con buone pratiche e lungimiranza. Sono quelle che dovremmo chiamare con orgoglio le ‘tute verdi’, i lavoratori e le lavoratrici dell’agroalimentare, dei consorzi di bonifica, della forestazione, categorie che, come sosteniamo da tempo con la nostra campagna ‘Fai bella l’Italia’, bisogna rendere protagoniste di un nuovo rapporto tra persona e ambiente, nella consapevolezza che non c’è tutela del pianeta senza il lavoro qualificato, ben retribuito e contrattualizzato”.