LA FAI-CISL DEL LAZIO RIPROPONE IL RIPRISTINO DEL “NUCLEO FASCE FRANGIVENTO” IN AGRO PONTINO
La Fai Cisl del Lazio, nell’ambito delle Osservazioni all’emendamento di riordino dei Consorzi di Bonifica del Lazio, torna a proporre il ripristino del “Nucleo Fasce Frangivento” in Agro Pontino.
Un po' di storia: Le Fasce Frangivento sono un elemento fondamentale per l’equilibrio ambientale dell’Agro Pontino e per l’economia agricola. Un elemento che nel piano originario di bonifica integrale non era stato previsto. Solo ad appoderamento attuato ci si è accorti che nell’Agro Pontino il vento è un nemico delle colture: che la violenza e la frequenza dello scirocco e del maestrale sono micidiali in una pianura totalmente aperta, dal mare alla fascia collinare dei Lepini, con danni ingenti alla produzione agricola e talvolta anche ai manufatti In Agro Pontino gli impianti di fasce frangivento seguirono il tessuto che era stato costruito sul territorio: i canali di bonifica, le strade, i confini poderali. Sono state realizzati, così, a cura dell’O.N.C. (Opera Nazionale Combattenti), tre diversi tipi di frangivento, detti di prima, seconda e terza categoria. La prima, la più importante, è quella che segue gli argini dei corsi d’acqua principali, a cominciare dal fiume Sisto, il canale Mussolini, il Rio Martino Acque Medie e i canali minori del loro bacino, con una larghezza variabile tra i 30 e i 60 metri e una lunghezza complessiva di 360 chilometri: veri e propri boschi-galleria in prevalenza di eucalipti, acacie, pini e cipressi. La seconda corre lungo il tracciato delle strade: tre o quattro file di alberi su ogni lato, interrotte in corrispondenza delle corti delle case coloniche, per una lunghezza complessiva di 400 chilometri e sempre formate in prevalenza di eucalipti, pini e cipressi, ma anche, nei terreni più umidi, di pioppi e salici. Infine, la terza categoria, sui confini poderali: un filare doppio, uno per ogni lato, fatto di pioppi, salici, platani, olmi, gelsi. In totale, a progetto ultimato, oltre tre milioni e mezzo di alberi. Poi, alle distruzioni del passaggio del fronte nel 1944, si è aggiunto il progressivo degrado del dopoguerra, alimentato dall’ostilità dei coloni e dalla speculazione edilizia. Ricordiamo, le fasce frangivento in agro-pontino – considerate opere di pubblica utilità – acquisite al patrimonio della Regione Lazio e la loro gestione affidata prima all’Ersal, poi ad Arsial ed infine al Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino, in passato, venivano sottoposte ad interventi di manutenzione ordinaria e tramite il “Piano Giordano” veniva riconoscimento agli agricoltori un indennizzo per la minore produttività dei terreni confinanti con le alberature. Successivamente a quel periodo sono stati effettuati solo interventi mirati di somma urgenza, tra l’altro in numero notevolmente inferiore rispetto alle segnalazioni di pericolosità effettuate dai cittadini con la politica del “pronto soccorso” estremamente oneroso e con il risultato di non risolvere la pericolosità delle fasce frangivento e il ripristino della loro funzionalità. Questa in breve la storia delle Fasce Frangivento in Agro Pontino che suggerisce il ripristino del Nucleo Fasce Frangivento. "E' indispensabile ripristinare il sistema fasce frangivento in Agro Pontino - afferma Ermanno Bonaldo, Segretario generale della Fai-Cisl del Lazio - sia come importante aiuto allo sviluppo dell’economia agricola, sia come memoria storica, sia come elemento di equilibrio climatico, anche per prevenire e contenere le tempeste di vento che sempre più spesso si scatenano dal mare sull’Agro Pontino, surriscaldato dalla crescente mancanza di alberi” - “Considerata l’attuale carente manutenzione delle fasce frangivento - prosegue Bonaldo - e più in generale della loro inadeguata gestione ed della mancanza di un servizio di vigilanza, è necessario riattivare il -Nucleo Fasce Frangivento- esperienza positiva nelle precedenti gestioni prima di ERSAL e poi di ARSIAL che avevano affidato al Nucleo la pianificazione delle ceduazioni e potature periodiche, il ripristino della funzionalità delle fasce frangivento con la messa a dimora di nuove piante e sostituzione di quelle in precario stato vegetativo" - Ricorda Bonaldo, che la gestione del patrimonio fasce frangivento non significa solamente "tutela ambientale" ma anche una efficiente gestione amministrativa relativa ad autorizzazioni, vendite, servitù di passaggio, ecc., che oggi comportano lungaggini burocratiche a discapito dei frontisti. “Il ripristino del Nucleo Fasce Frangivento – prosegue Bonaldo – significherebbe reale tutela e salvaguardia del territorio e sviluppo per l’economia agricola” – “L'obiettivo e trasformare le fasce da solo costo a risorsa ed investimento tramite il riconoscimento di nuove risorse finanziarie provenienti anche da altri soggetti (aiuti comunitari, Ministero Agricoltura ed Ambiente, Assessorato Agricoltura, Protezione civile nazionale e territoriale, ecc..), da assegnare al Consorzio di Bonifica dell'Agro Pontino, e di conseguenza, creare, anche, nuova occupazione”. Relativamente al servizio di vigilanza, la Fai Cisl del Lazio ha suggerito di integrare il personale del Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino con il personale di vigilanza della Amministrazione provinciale che dovrà essere, a breve, collocato presso altre Amministrazioni.